Il diritto del lavoro ha ancora bisogno della subordinazione? Rispondendo a LLI
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2421-2695/12011Parole chiave:
digital platform, riders, legal status, employment, self-employmentAbstract
L’autore ritiene che l’impostazione dicotomica “subordinazione/autonomia” debba essere preservata, a condizione di ridisegnarne integralmente gli equilibri interni, a partire dall’adozione di una nozione allargata di subordinazione che ruota attorno al concetto di dipendenza della prestazione lavorativa. Tale tendenza è presente nella legislazione del lavoro più recente in cui è già stata oltrepassata la lettura nozionistica della fattispecie di lavoro subordinato quale desunta dall’art. 2094 c.c. ed è presente una proiezione verso una nozione dilatata di dipendenza, dai confini tuttavia ancora imprecisati. In questo contesto, è l’ottica giurisprudenziale a svolgere un’apprezzabile funzione di sistemazione concettuale. Per contro, la formula della dipendenza economica esprime un dato relazionale che può variare in funzione dei termini del confronto esponendo al rischio di proteggere situazioni non meritevoli e di sacrificare interessi e valori specifici che meritano invece di essere protetti. Mantenendo una forte valenza di stampo ideologico-politico, la formula della dipendenza economica rischia di rimanere esposta a letture soggettivistiche. Attraverso una concezione allargata di subordinazione è possibile invece continuare a realizzare la finalità tipica del diritto del lavoro: la compensazione dello squilibrio negoziale dei contraenti, pur in un quadro complessivo in cui sempre più frequenti sono gli interventi legislativi volti a garantire tutele di stampo pubblicistico in una logica solidaristica e universalistica.
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