Il ruolo della contrattazione collettiva nella legge sulla protezione dei dati personali e la garanzia dei diritti digitali in Spagna
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2421-2695/9608Parole chiave:
Privacy, Collective bargaining, Right to disconnect, Employer’s Monitoring Power, Digital rightsAbstract
La pubblicazione della legge organica n. 3/2018 sulla protezione dei dati personali e la garanzia dei diritti digitali (LOPDP) è stata il riconoscimento normativo esplicito dei diritti digitali nella legislazione sul lavoro, finora contemplati solo per via giurisprudenziale e, in misura molto minore e residuale, dalla contrattazione collettiva.
La previsione legislativa del diritto alla privacy nel lavoro ha permesso alle corti di giustizia di procedere alla regolamentazione materiale di questo diritto, ma il bilanciamento in concreto operato dai giudici ha portato a stabilire il principio non scritto del primato del potere di direzione del datore di lavoro, inteso come posizione di dominio in un rapporto contrattuale contrassegnato dalla subordinazione, sui diritti di non interferenza nella sfera privata e di protezione dei dati personali e dell'identità del lavoratore. Inoltre, ciò che è noto come "dialogo" tra Corti, anche multi-livello, ha contribuito ad alimentare un contrasto tra la dottrina della Corte costituzionale spagnola e la Corte europea dei diritti umani, tra la giurisprudenza del lavoro e quella penale nella garanzia di tali diritti e tra le pronunce della giurisdizione sociale e le decisioni dell'Agenzia spagnola di protezione dei dati.
Questa situazione di anomia legislativa doveva necessariamente essere risolta, a maggior ragione dopo la promulgazione del regolamento europeo di protezione dei dati personali (Regolamento (UE)2016/679), entrato in vigore nel maggio del 2018 in tutti i paesi dell'Unione europea. La legge spagnola interviene espressamente sulla questione, anche se il risultato, in termini di diritti digitali sul lavoro, è deludente.
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